Azioni e investimenti per affrontare l’emergenza idrica del paese

L’acqua è una risorsa di vitale importanza, sia per l’umanità che per gli ecosistemi naturali. Tuttavia, come segnalato dall’ONU, è stata messa a rischio da cambiamenti climatici, sprechi e una gestione poco oculata, e per questo occorrono azioni immediate e concrete per salvaguardarla. In particolare, sarebbe necessario un investimento di circa 50 miliardi di euro in 10 anni: questo è quanto emerge dallo studio “Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori” realizzato da A2A e The European House – Ambrosetti.

Nel 2022, infatti, la siccità ha ridotto la disponibilità d’acqua naturale di 36 miliardi di m3 (-31% vs. 2021), equivalente a 60 volte il Lago Trasimeno, con 7,1 miliardi di m3 di acqua consumabile in meno (-34% vs. 2021, pari al consumo di 14 milioni di cittadini). La produzione idroelettrica è scesa a 30,3 TWh, il dato più basso dal 1954, nonostante il triplo della potenza installata. Eventi climatici estremi sono in aumento, con piogge intense (+50,2% di media annua negli ultimi 20 anni) e allagamenti (+26,4%); solamente nel primo semestre 2023, gli eventi idrici estremi sono aumentati del 130% rispetto all’anno precedente.

Investire nell’adattamento e nella mitigazione dei cambiamenti climatici, preservando al contempo l’approvvigionamento idrico, appare pertanto una priorità assoluta: gli investimenti necessari presentati nell’analisi di A2A e Ambrosetti per la salvaguardia del ciclo idrico e della produzione di energia idroelettrica sarebbero in grado di generare ulteriori ricadute indirette pari a circa 80 miliardi di euro.

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