La CCS per la decarbonizzazione dei settori hard to abate

La transizione energetica deve poter contare sull’innovazione tecnologica. Nello scenario energetico globale risulta così di fondamentale importanza poter far leva sul contributo della CCS (Carbon Capture & Storage) proprio per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione dei settori industriali hard to abate.

La CCS – come emerge dallo Studio Strategico “Carbon Capture and Storage: una leva strategica per la decarbonizzazione e la competitività industriale”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Eni e Snam – risulta essere una tecnologia matura, sicura e scalabile. Inoltre, grazie ai progetti che si potranno sviluppare in Italia, a partire dall’Hub CCS di Ravenna, potrà contribuire a preservare la competitività di quei settori industriali, tra i quali figurano Chimica, Cemento, Acciaio, Carta, Ceramica, Vetro che, a livello italiano, generano 62,5 miliardi di valore aggiunto e sostengono l’occupazione di 1,27 milioni di lavoratori tra impatti diretti, indiretti e indotti e a posizionare l’Italia quale Paese di riferimento per la CCS nel Sud Europa.

La CCS potrà così concorrere, insieme all’accelerazione impressa dagli stoccaggi, ai nuovi rigassificatori, ai progetti per il potenziamento della dorsale adriatica e all’efficiente gestione dell’inversione dei flussi di approvvigionamento del gas determinatasi con lo scoppio del conflitto russo-ucraino, al raggiungimento dei target di decarbonizzazione, senza impoverire il tessuto industriale italiano.

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