Lgnet 2, inaugurata nuova sede dell’one stop shop a Latina

Nel Comune di Latina si è tenuto il 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, l’Open Day per inaugurare la nuova sededell’One stop shop Wangari Maathai, nell’ambito di LGNET2.
Si tratta del progetto finanziato dall’Unione Europea con la linea Misure Emergenziali del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020, e coordinato dal  Ministero dell’Interno in collaborazione con ANCI e una rete di 16 comuni dal nord al sud del Paese.
Il progetto ha l’obiettivo specifico di favorire l’integrazione e la migrazione legale, e la finalità, a livello nazionale, di sostenere iniziative volte alla creazione di una rete di Enti locali per una risposta rapida e servizi d’inclusione veloci in aree urbane svantaggiate.   
La nuova sede, con l’aiuto della cooperativa sociale Astrolabio, offrirà una serie di servizi ai migranti, volti a perseguire tali finalità sul territorio quali: corsi di lingua italiana, corsi di cucito creativo e per pizzaiolo, e li coinvolgerà in attività di pubblica utilità come shared city.
“E’ un bell’esempio di inclusione – ha dichiarato la sindaca Maria Eleonaora Celentano – che poggia su una progettazione che individua diversi ambiti dedicati alla presa in carico, da parte di un’equipe multidisciplinare, di immigrati extracomunitari usciti dai percorsi di protezione, Cas e Sai, ancora non autonomi. L’evento ha rappresentato anche una sorta di open day per illustrare la programmazione di interventi, eventi, laboratori, workshop, seminari ed altro mirati a diffondere modelli di partecipazione, senso di appartenenza, processi di inclusione e sostenere percorsi di empowerment dei cittadini immigrati”.
“E’ stata una bella esperienza – ha commentato l’assessore alle politiche sociali Michele Nasso –. Spesso l’attenzione dei media è focalizzata sul momento dell’arrivo dei migranti, mentre il ‘dopo’ passa in secondo piano, emergendo soltanto quando si verifica qualche increscioso fatto di cronaca. Con One Stop Shop si va a lavorare sulla marginalità e sulla vita quotidiana di chi ancora non riesce a collocarsi nella realtà locale”.

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